Premessa sui Contratti: quinta parte – Le condizioni generali di contratto

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Si denominano condizioni generali di contratto quelle condizioni che un soggetto (solitamente un’impresa che fornisce beni o servizi rivolti al grande pubblico) predispone per regolamentare in maniera uniforme i propri rapporti con la clientela.
Le condizioni generali di contratto predisposte da uno dei contraenti sono efficaci nei confronti dell’altro, se al momento della conclusione del contratto, questi le ha conosciute o avrebbe dovuto conoscerle usando l’ordinaria diligenza (art. 1341).

Sovente le condizioni generali di contratto sono riportate su un modulo a stampa (un testo prestampato che contiene tutte le condizioni generali predisposte dalla controparte), che viene riempito negli appositi spazi con i dati personali del contraente. L’interessato, se vorrà concludere quel certo contratto, non potrà far altro che aderire.
Il Codice civile individua le cd. “clausole vessatorie”, ossia quelle clausole contrattuali che provocano uno squilibrio dei diritti e degli obblighi che dal contratto derivano a favore dell’una o dell’altra parte. Esempi sono quelle clausole che stabiliscono in favore di chi le ha predisposte limitazioni di responsabilità. Per stabilire se una clausola è vessatoria, bisogna fare riferimento alla natura dell’oggetto del contratto ed alle circostanze di fatto e di diritto sussistenti al momento della conclusione del contratto.
Al fine di tutelare il contraente debole contro gli abusi, il Codice impone che queste clausole, per essere ritenute valide, debbano essere da lui specificatamente approvate per iscritto. Non solo: sempre a tutela del contraente debole, è prevista la cd. “doppia sottoscrizione”, con la quale il cliente deve sottoscrivere una prima volta il modulo che contiene per esteso le condizioni generali di contratto, mentre in un’apposita clausola, posta immediatamente sotto la prima sottoscrizione, vengono richiamate le clausole vessatorie. In ogni caso, siccome spesso le condizioni generali di contratto sono predisposte da professionisti, la tutela più forte per il contraente debole è prevista dal Codice del Consumo.

Il contratto intercorrente tra due soggetti, consumatore e professionista, è un contratto con il quale il contraente forte (il professionista) può avvalersi della propria forza contrattuale per imporre al contraente debole (il consumatore) condizioni contrattuali che provocano, a danno del consumatore, uno squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto.
Tramite un percorso normativo e dottrinale, sono state individuate le clausole vessatorie più in uso nelle condizioni generali di contratto. Alcuni esempi: riconoscere al solo professionista e non al consumatore, la facoltà di recedere dal contratto; consentire al professionista di modificare unilateralmente le clausole del contratto, oppure le caratteristiche del prodotto o del servizio, senza un giustificato motivo, etc. In ipotesi come quelle in esame, la clausola è inefficacie solo se sia stata unilateralmente predisposta dal professionista, al di fuori di una trattativa individuale con il consumatore ed incombe sul professionista l’onere di provare che sia avvenuta una trattativa.

Comunque vi sono casi in cui le clausole vessatorie sono nulle anche se sono state oggetto di trattativa. Alcuni esempi: escludere o limitare la responsabilità del professionista in caso di morte o danno alla persona del consumatore, risultante da un fatto o da un’omissione del professionista; escludere o limitare le azioni o i diritti del consumatore nei confronti del professionista in caso di inadempimento totale o parziale o di inadempimento inesatto da parte del professionista, etc. In ogni caso l’inefficacia della clausola, che può essere fatta valere dal solo consumatore e non anche dal professionista, colpisce solo la singola clausola, mentre il contratto conserverà la propria efficacia.

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The general conditions of a contract are those conditions that a person (usually a company providing goods or services to the general public) is prepared to regulate in a uniform way their relationships with customers. The general terms of a contract drawn up by one of the contractors are effective against the other, if, at the time of the conclusion of the contract, he or she had known or should have known them using ordinary diligence (Article 1341).

Often, the general terms of the contract are printed on a printed form (a preprinted text that contains all the general conditions set by the counterparty), which is filled in the appropriate spaces with the contractor’s personal data. The interested person, if he wants to conclude that particular contract, will only be able to join. The Civil Code identifies the cd. “restrictive covenants“, that is, those contractual clauses that cause an imbalance in the rights and obligations arising from the contract in favor of either party. Examples are those clauses that lay down in favor of those who have set up limitations of liability. In order to determine whether a clause is pernicious, reference must be made to the nature of the contract object and to the factual and legal circumstances existing at the time of the conclusion of the contract. In order to protect the weak contractor against abuses, the Code requires that these clauses, in order to be valid, must be specifically endorsed by him in writing. Not only that: always protecting the weak contractor, the cd. “Double subscription”, with which the customer must first sign the form that contains the general terms and conditions of the contract, and in a special clause, immediately under the first subscription, the clauses are invoked. In any case, as often the general conditions of a contract are prepared by professionals, the stronger protection for the weak contractor is provided by the Consumption Code.

The contract between two parties, a consumer and a professional, is a contract whereby the strong contractor (the professional) can rely on his contractual force to impose on the contractor weak (the consumer) contractual conditions which, at the consumer’s expense, imbalance of the rights and obligations deriving from the contract. Through a regulatory and doctrinal pathway, the most commonly used harassment clauses in the general contract terms have been identified. Some examples: to recognize only the professional and not the consumer, the right to withdraw from the contract; to allow the professional to unilaterally modify the terms of the contract, or the characteristics of the product or service, without a justified reason, etc. In hypotheses such as the ones in question, the clause is ineffective only if it has been unilaterally prepared by the professional, outside of an individual negotiation with the consumer and incumbents on the professional burden of proving that a negotiation has taken place.

However, there are cases where restrictive covenants are nil even if they have been negotiated. Some examples: Exclude or limit professional liability in the event of death or harm to the consumer, resulting from a factor omission by a professional; exclude or limit the actions or rights of the consumer towards the professional in the event of a total or partial failure or failure by the professional to err, etc. In any case, the ineffectiveness of the clause, which can be claimed by the consumer alone and not even by the professional, affects only the single clause, while the contract will remain ineffective.

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